giovedì 17 settembre 2009

No agli spottoni

L'altro ieri è andato in onda il più grande spottone elettorale degli ultimi anni. 3 ore di auto-incensazione di un Presidente del Consiglio come nemmeno Mussolini avrebbe avuto il coraggio di fare.
E soprattutto per me che a L'Aquila ci sono stato, che ho visto quelle persone, la loro sofferenza, la disperazione per i parenti persi in un terremoto prevedibile e previsto sotto case costruite con sabbia fluviale... Tutto questo mi ha fatto veramente vergognare di essere italiano.
I record di cui ci vengono a parlare non esistono. Le domande per le case da parte degli sfollati si sono moltiplicate, da 12 mila a 50 mila. E la risposta del governo è "entro fine anno 4 mila, per ora 200"...
E con tutto questo osano dire a me, agli aquilani, a quelle persone che "Il governo ha fatto bla bla...".
Osano dire che il loro è il governo del fare quando Berlusconi al massimo ha parlato, quando Bertolaso non ha mai alzato un dito per quella gente, quando le proteste sono state sedate quasi come nel Cile di Pinochet... Vengono a dire a me quanto sono stati bravi?
Vengono a dire a quei compagni e a quelle compagne che dal 6 aprile hanno fatto i turni nelle Brigate di Solidarietà per aiutare le persone che è merito di un governo che per giorni non ha soccorso la gente lasciando paesi isolati per settimane...
Ma soprattutto ci dicono che quelle casette sarebbero "ville dove ognuno di noi vorrebbe vivere".
E allora presidente Berlusconi lasci il suo palazzo, le sue ville vere agli aquilani per sempre, signori deputati e ministri andate via dalle vostre case e lasciatele alla gente. Andateci a vivere voi in quelle villette tanto meravigliose, sono certo che gli aquilani vi cederanno volentieri questa meraviglia della tecnica.
Io ci sono stato, io ho visto la sofferenza, la gente che piange ogni volta che vede un documentario su quel terremoto che in qualunque Paese non avrebbe fatto crollare nemmeno una baracca alla faccia dell'ammirazione... I giapponesi ci ammirano per la nostra idiozia, mica per la perizia con cui facciamo le case. Un terremoto come quello de L'Aquila a Tokyo non si sarebbero manco alzati dal letto, sarebbero stati a bersi il caffè.
Non ci sarà nessun comizio capace di convincermi che il governo ha fatto bene.

Contro la Gelmini... Facciamo politica

Il Ministro dell'Istruzione (si fa per dire) Mariastella Gelmini, all'inizio dell'anno scolastico ci manda a dire che vi è una "minoranza di insegnanti e dirigenti" che fa politica - in altri termini che non si arrende allo scempio ai danni della scuola pubblica di cui l'opposizione parlamentare (PD e IDV) è correa.
Ci viene a dire che chi non è d'accordo "si deve candidare e farsi eleggere".
Allora, io dico che accetto la sfida. Candidiamoci, dimostriamo che c'è in Italia chi la politica la fa davvero, chi la cultura ce l'ha e non come un ministro dell'istruzione che per diventare avvocato va fino in Calabria "perché non avevo tempo di essere brava". Dimostriamo che esistono ragazze capaci di farsi eleggere senza fare favori sessuali a nessuno, di farsi eleggere per i loro pensieri e non per il loro corpo.
Dimostriamo che in questo Paese ancora qualcuno sa che per contrastare Berlusconi non basta attaccarlo personalmente perché è il modello economico da lui proposto la causa dei mali di questo Paese e non - come vorrebbe farci credere Di Pietro o Franceschini - le sue scappatelle.
Dimostriamo in una parola che siamo capaci, perché il futuro dell'Italia siamo noi. Perché le cose possono e devono cambiare, perché noi compagni e compagne ne abbiamo il potere e abbiamo soprattutto il dovere di farlo, di cambiare, di lottare ogni giorno per un mondo nuovo.
Facciamo vedere a Mariastella, a Mara e a tutti questi ministri insediati su una poltrona senza meritarselo e per volontà di un sultano che noi giovani, noi ricercatori, operai.. Noi sappiamo lottare e vincere, sappiamo che la politica è un'altra cosa.

mercoledì 19 agosto 2009

Resoconto da L'Aquila

Il 17 agosto sono rientrato dopo 8 giorni a L'Aquila nel campo di San Biagio - Tempera (AQ).
E' stata un'esperienza importante, a contatto con le persone, insieme a compagni e compagne del partito e non solo venuti per lavorare insieme per alleviare le sofferenze degli abitanti.
Prima cosa che va detta: le case de L'Aquila non saranno ricostruite per tutti, né ora né mai. Su 12 mila domande solo 4 mila saranno soddisfatte e nella graduatoria non si terrà in alcun conto il reddito (come invece chiedevamo noi del PRC). Gli 8 mila che resteranno senza casa dovranno ricostruire a proprie spese in attesa di un rimborso che forse non arriverà mai, o saranno trasferiti fuori da L'Aquila e dall'Abruzzo (si parla di Ascoli Piceno - oltre 200 km di distanza).
Come andranno al lavoro (per la maggior parte allevamento di pecore) è un mistero, cavoli loro.. Come dire a un anziano che dal 1920 non si è mai spostato da Tempera che dovrà andare a centinaia di chilometri di distanza per non rivedere mai più la sua terra....
Come se non bastasse ci sono prove che la ricostruzione sarà gestita dalla malavita organizzata, L'Aquila sarà ricostruita (per quello che sarà ricostruito) esattamente com'era, esattamente con la sabbia che ha fatto crollare le case quel 6 aprile.
Tornando a noi, quello che le Brigate stanno facendo è semplicemente meraviglioso, il rapporto che si è instaurato con la popolazione non ha uguali negli altri campi, militarizzati e in cui non si dà più di un tot. Noi diamo a chi chiede, e questo ci è riconosciuto da tutti. Certo, siamo scomodi. Certo abbiamo la polizia che le prova tutte per chiudere un campo gestito da comunisti.. Ma fino ad ora abbiamo agito per il popolo 4 mesi.. E agiremo sempre.
Ancora, quando chiuderanno i campi noi resteremo. Abbiamo infatti aperto uno sportello informazioni dove ingegneri e avvocati spiegheranno alla gente come stanno veramente le cose e offriranno assistenza gratuita a chi non ha i mezzi economici per permettersela.
Quello che dobbiamo fare adesso noi che siamo tornati, che abbiamo visto, è informare (o meglio controinformare). La gente non è pro-Berlusconi né pro-Bertolaso.. Il G8 non ha portato nulla agli aquilani a parte un'ulteriore militarizzazione; ha anzi rallentato i lavori per la ricostruzione vera. Ogni volta che viene il premier però ci pensa la polizia a impedire che il dissenso possa essere espresso democraticamente, strappando agli abitanti gli striscioni e organizzando militarmente il consenso (lasciando nei pressi solo i militanti del PDL) in modo che i media mostrino la gente con le bandierine...
Ringrazio tutti i compagni delle Brigate, tutti coloro che sono venuti e che verranno. Coloro che hanno rinunciato alla vacanza per andare a lavorare per la gente. Perché la politica non è parlare, è agire.. Smontare e rimontare tende, lavorare in mensa, pulire schiena bassa.. Il campo non è un campeggio, non è un modo alternativo di passare le vacanze.. Serve un grande senso di responsabilità, voglia di lavorare.. I momenti di divertimento comunque non mancano..

sabato 15 agosto 2009

giovedì 25 giugno 2009

Questi tempi...

Il Presidente Napolitano ha oggi sottolineato che nel nostro paese "In modo astratto si parla confondendo la difficolta' e la crisi della politica con la difficolta' e la crisi della democrazia".

Ebbene io credo invece noi abbiamo il problema opposto: si sta confondendo la crisi della democrazia con quella della politica...
Perchè, con tutto il rispetto possibile per il caro Presidente Napolitano, all'Italia di democratico è rimasto poco o nulla.

E' triste e sconfortante vedere che le elezioni sono al limite dei peblisciti, che il dialogo con questa presunta opposizione èè solamente un "prendere o lasciare", che dottrine razziste e xenofobe travestite da provvedimenti per la sicurezza diventano leggi...
Ed è ancora più triste ora che la libera informazione, ultimo baluardo della democrazia è sotto assedio.

E tutto questo avviene alla luce del sole...
E sotto gli occhi di chi, come noi compagni, si sente impotente eppur continua a lottare...
E sotto gli occhi di chi, indifferente , rimane impassibile ad una tale vergogna...
E, soprattutto, sotto gli occhi di chi, convinto sedotto e ammaliato, crede che tutto ciò giovi al nostro paese...

In un palcoscenico di questo tipo il nostro paese diventa lo zimbello d'Europa e del mondo...

Ma dopotutto un paese va sempre dove va il suo premier, e siamo fortunati che siano zo****e di alto borgo...

venerdì 19 giugno 2009

PRC e PDCI avranno un seggio al Parlamento Europeo??

Sinistra e libertà e Rifondazione-Pdci sperano. Di ottenere un seggio ciascuno al Parlamento europeo dal quale - per ora - sono esclusi, perché rimasti sotto il 4% dei voti. Dice Riccardo Nencini, segretario socialista (Sinistra e libertà): “Aspettiamo l’assegnazione ufficiale da parte della Cassazione. Se non saremo ascoltati, è pronto un ricorso al Tar del Lazio”. Tutto si basa su un’analisi di docenti di Giurisprudenza di Firenze, Milano, Roma e Cagliari. La legge prevede che si ripartiscano i seggi tra le liste che hanno raggiunto il 4%. Se restano seggi da assegnare si individuano i maggiori resti e, secondo la legge, “si considerano resti anche le cifre elettorali nazionali delle liste che non hanno raggiunto il quoziente elettorale nazionale”. Interpretazione: vanno considerati anche i voti di chi non ha toccato il 4 per cento. Conseguenza: Lega ed Idv perderebbero un seggio a testa, a vantaggio di Sinistra e libertà e Prc-Pdci.

domenica 31 maggio 2009

Perché votare comunista?

Perché bisognerebbe votare comunista a queste elezioni?
Perché bisognerebbe continuare a pensare che la società possa cambiare?

Ebbene, perché non ha nessun senso - se ci si considera di sinistra - votare alla meno peggio.. Perché bisogna continuare a sentire quello slancio per essere più di se stessi.

Perché votare Di Pietro, il boia di Genova, colui che ha salvato Scajola dall'inchiesta parlamentare sul G8 della vergogna, in cui migliaia di compagni e compagne sono stati massacrati.. Votare Di Pietro che candida persone legate all'estrema destra neo-fascista.. Non può essere una scelta di sinistra.
Senza contare che in Europa sappiamo tutti che voterà come la Lega Nord e Forza Italia..

Perché votare PD come ha detto un compagno all'assemblea di Agnoletto alla condizione di "bandiera rossa e falce e martello" è semplicemente folle.. Pensare che votando Franceshini si sia di sinistra è un ragionamento distorto. Il PD è l'erede della Democrazia Cristiana, con una fortissima connotazione liberista. Leggendo lo statuto si legge addirittura che si fonda sull'"impresa" anziché sul "lavoro".

Perché votare Sinistra e Libertà... No non mi va di sparare sulla croce rossa.. Dico solo che i candidati più probabilmente eleggibili sono dello PSI.. C'è altro da aggiungere?

E allora, compagni, amici della sinistra. Noi crediamo che il capitalismo non sia il sistema migliore possibile, noi crediamo che il lavoratore sfruttato non vada punito mentre lo sfruttatore è immune.
Noi crediamo che la scuola debba essere pubblica e di massa, non legata al profitto; vogliamo che per questo nei consigli d'istituto ci sia posto solamente per chi la scuola la vive ovvero studenti docenti e personale ata: non vogliamo che le imprese mettano bocca sui programmi la scuola non è un posto dove creare nuovi sfruttati ma per garantire a tutti la capacità di pensare con la propria testa, senza che nessuno possa dirci cosa pensare.
Noi crediamo che contro il fascismo bisogni alzare la testa subito e con forza, indicando la via per un'uscita dalla crisi che tuteli i più deboli.
Il 6 e 7 giugno vota comunista! Vota la lista comunista!

domenica 5 aprile 2009

4 aprile.. Una grande vittoria

Ieri ero a Roma alla grande manifestazione della CGIL a cui ho partecipato insieme al Partito della Rifondazione Comunista al completo. è stata una giornata meravigliosa, in realtà iniziata già venerdì sera quando ci siamo trovati a Como in 700 e abbiamo preso il treno.
Quel treno in cui da ogni scomparto pendevano le bandiere rosse del sindacato e della falce e martello, del vecchio PCI e del suo erede legittimo Rifondazione Comunista e dei fratelli dei Comunisti Italiani.
La notte non ho dormito, tutto il tempo a parlare con i compagni della FIOM, a bere vino e a cantare.
E poi al mattino scendere dal treno e trovare tutte quelle persone, tutte con le bandiere, tutte pronte a lottare, con la voglia di gridare al governo che i lavoratori e le lavoratrici non vogliono le briciole, non vogliono la carità. Vogliono invece contare, poter ottenere un posto di lavoro non precario, senza ricatti, vogliono avere un sindacato forte che tuteli loro - i lavoratori - e che non sia un comitato d'affari dei padroni.
Che bello sentir cantare Bandiera rossa e Bella ciao, che bello sentire slogan come "Bonanni vergogna", che bello sentire che il nostro popolo è pronto, che vuole lottare. E che responsabilità sapere che da oggi io, noi comunisti e comuniste di questo Paese abbiamo il dovere di lottare insieme a queste persone, perché vale la pena di provare a cambiare veramente le cose, di spiccare il volo come diceva Gaber. Che bello arrivare e sentire dal palco gli interventi di Sinistra, della vera Sinistra, vedere 3 milioni di persone gremire il Circo Massimo e le vie attorno, uomini donne e bambini, giovani e anziani, uniti per dire che non siamo disposti a tornare negli anni '30, senza diritti né tutele, per dire che le lotte dei nostri padri, dei nostri nonni non sono state inutili e che difenderemo quelle conquiste.
Sappiamo che il governo sarà sordo alle richieste dei lavoratori, ma da oggi ogni politico dovrà sentirsi in colpa a promuovere certe leggi, ogni sindacalista di quei sindacati venduti al padrone per un pugno di lenticchie si dovrà sentir male a firmare un accordo palesemente contro i lavoratori.
Dopo ieri le cose sono cambiate, a noi compagni e compagne spetta il difficile compito di lottare per un mondo senza sfruttamento, dove non si muoia per lavoro, dove i lavoratori siano uniti senza distinzione di razza e religione, perché la fatica è la stessa per tutti.
E se Berlusconi dice a proposito del tavolo di contrattazione che ce lo tira in testa deve sapere che noi torneremo, che difenderemo i nostri valori con ogni mezzo. I lavoratori non si fanno fregare. Non ci sono ideologie che possano giustificare l'abolizione del diritto di sciopero e la distruzione del contratto collettivo nazionale. Noi ci siamo e siamo nati per lottare. Avanti compagni! Per la nuova umanità

domenica 8 marzo 2009

Il voto agli immigrati.. Si può

Omar Minniti (Prc): Storica e dirompente la decisione del Comune di Caulonia di riconoscere il diritto di voto ai migranti.Il Consiglio comunale di Caulonia (Rc) ha approvato all’unanimità una modifica allo Statuto che riconosce il diritto di voto, alle elezioni amministrative, per i cittadini migranti. Al pari degli altri residenti, quest’ultimi ora potranno contribuire all’elezione del Consiglio comunale e del Sindaco di questa cittadina della Locride. Si tratta di una decisione storica, dirompente e in controtendenza con uno scenario politico nazionale impregnato di razzismo e xenofobia. Una decisione che, non a caso, viene assunta in un territorio della Calabria e del Meridione tra i più poveri d’Europa, in passato protagonista di grandi lotte contadine, che ha patito sulla propria pelle - e patisce tutt’oggi - il dramma dell’emigrazione dei propri giovani, e che è in prima linea nell’accoglienza ai fratelli e le sorelle che migrano dal Terzo Mondo. Il Comune di Caulonia, infatti, aveva già aderito al Servizio di Protezione per i Richiedenti Asilo e i Rifugiati, spezzando la logica dell’“Europa fortezza” e le politiche repressive foraggiate dal Governo Berlusconi.L’auspicio è che l’esempio che viene dalla Locride venga accolto e riproposto anche da altre Amministrazioni locali, respingendo dal basso, da tutti i territori dello Stivale, il tentativo di utilizzare i migranti e tutte le minoranze come capro espiatorio della crisi capitalistica che sta colpendo il nostro Paese, l’Unione Europea e il mondo intero.
Reggio Calabria,
8 marzo 2009
Il Capogruppo del Prc in Consiglio provinciale

giovedì 26 febbraio 2009

Lo sciopero 2.0

Il governo Berlusconi, dopo aver ottenuto l'accordo dei sindacati padronali (CISL e UIL) sull'accordo quadro che distrugge il contratto collettivo nazionale, si appresta a metter mano al diritto di sciopero.
La questione è semplice: per indire uno sciopero occorrerà rappresentare almeno il 50% dei lavoratori (cosa impossibile).
Inoltre per i servizi essenziali - adesso trasporti ma forse tutti - sarà previsto lo sciopero virtuale, ovvero la possibilità/obbligo per coloro che aderiscono allo sciopero di lavorare comunque: il lavoratore darà la sua adesione e dunque non avrà lo stipendio di quella giornata - o di quelle ore - ma continuerà a lavorare come se nulla fosse..
Insomma, con questi provvedimenti, uniti all'accordo quadro che non considera nell'inflazione cui adattare i salari i prodotti energetici importati (petrolio, gas), si distrugge completamente il frutto della lotta di milioni di uomini e donne che col sangue hanno conquistato ciò che oggi sembra banale..
Le forze comuniste di questo Paese ritengono necessario l'avvio di un periodo di lotta, in cui si ricominci a tornare per le strade, nelle fabbriche, nelle scuole.. Affinché i diritti conquistati con fatica dai padri non siano dispersi dai figli..
Per questo lancio un appello alla mobilitazione, che deve iniziare subito e ovunque in questo Paese.. A Milano ci sarà lo sciopero della FLC CGIL il 18 marzo, a cui si uniranno per quattro ore tutte le altre categorie del più grande sindacato italiano. I comunisti di questo Paese sono a fianco dei lavoratori e delle lavoratrici, per un'Italia migliore di quella che viviamo oggi e tutti i giorni..

domenica 22 febbraio 2009

La vera sinistra?

Ogni giorno ciascun vero compagno ricorda il beneamato PCI,quello stesso PCI che fu straziato dalla sete di potere,che di comunista ha poco o niente.
E da lì la "via italiana al socialismo" subì una dolorosa sterzata.
I tempi cambiano. L'ideale persiste. Pochi sono però quelli che lo coltivano con sentimento.
Si passa così dal "Partito Comunista" ai "comunisti";dalla "sinistra" alle "(pseudo-)sinistre".
E doloroso è vedere la nascita di una collaborazioen con il padrone,perchè,se qualcuno non l'avesse ancora capito,c'è un padrone.
Alla fine l'intento Veltroniano termina con le sue dimissioni. E compare la possibilità di nuove scissioni e nuove alleanze.
Tra ronde ed malati incurabili,l'Italia vive uno dei momenti più bui della sua storia.
Il popolo è plagiato,la cultura diventa un lusso...
Riemerge il discorso di Calamandrei pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950.
Una larvata dittatura...e non c'è nessuno che la fronteggi.
Tra il populismo dell'IdV e i numeri di un residuo centro,si eclissa il sole della democrazia.

Dov'è la vera sinistra??
Dove sono i compagni e i socialisti?Dove i proletari?
Il nostro domani è già senza speranze??
Non ancora...
Crediamoci...
Lottiamo.

venerdì 20 febbraio 2009

Le dimissioni di Veltroni.. Finalmente qualcosa di sinistra

In seguito alla disfatta in Sardegna che è costata il posto al governatore uscente Soru, il segretario nazionale del PD ha presentato le sue dimissioni.. Ha detto che il suo sogno non si è realizzato.. E io dico MENO MALE.. Perché compagn*, proviamo a mettere in fila cosa ha fatto Walter nei pochi mesi in cui è stato segretario: per prima cosa ha inneggiato al voto utile durante le politiche al solo scopo di cancellare la Sinistra dal parlamento, perdendo comunque le elezioni con uno scarto clamoroso; poi ha dato pieno appoggio a Berlusconi per le sue manovre, fingendo di fare un'opposizione che nessuno ha visto perché in realtà c'era piena collaborazione. E veniamo agli appuntamenti regionali: delle grandi regioni ha perso l'Abruzzo, il Friuli e, appunto, la Sardegna. Ma poi ha perso anche praticamente tutte le province in cui si è votato.. E questo continuando a baciare i piedi a Berlusconi. Ma ancora, non contento, quando la CGIL ha portato in piazza 700 mila persone, invece di esserne contento, ha esortato a fare un patto corporativistico-fascista tra imprenditori e lavoratori, un patto che comporterebbe la fine di ogni rivendicazione e la cancellazione completa di ogni diritto di ogni lavoratore. E allora viene da dire, meno male che si è dimesso.. Meno male che ci siamo liberati di un uomo che ha trasformato i DS in una filiale di Forza Italia.. Peccato che adesso il reggente propone l'alleanza con l'UDC.. In vista della ricostituzione di una nuova Democrazia Cristiana; il nuovo soggetto viene dichiarato per l'appunto "di centro".. Quindi l'unica alternativa vera a Berlusconi, lontana dal populismo di Di Pietro e dal centrismo del (P)DC sono come sempre sono stati i comunisti, ovvero il Partito della Rifondazione Comunista e il Partito dei Comunisti Italiani, che si preparano a stringere un'intesa per le Europee. La crisi del capitalismo necessita di una risposta di classe e comunista, necessita di un'uscita che comporti la trasformazione radicale della nostra società in senso internazionalista, dove il nemico da combattere non sia più l'immigrato ma torni ad essere il padronato. Noi comunisti e comuniste di questo Paese siamo pront* a dare battaglia contro la svolta securitaria e fascista, contro il clericalismo, contro una riforma della scuola che taglia i fondi alla ricerca; proponiamo al contrario una società dove i reati dei colletti bianchi siano puniti con severità, dove chi provoca per suo profitto la morte o l'infortunio di un lavoratore sia condannato e costretto a pagare, dove non ci siano ronde padane contro lo straniero, dove i medici possano curare i loro pazienti senza doverli denunciare in quanto immigrati. Noi comunisti e comuniste d'Italia siamo l'unica possibile alternativa di fronte allo sfascio di questo Paese.

giovedì 19 febbraio 2009

Dittatura o no?

Già da qualche tempo il nostro caro governo vuole "oscurare" siti internet da lui ritenuti pericolosi ove, cioè, si ravvisi un'ipotesi di reato (atteggiamenti inneggianti a Riina, le Brigate Rosse, o simili). Ovviamente, come ha detto Beppe Grillo, senza nessuna sentenza della magistratura! Oltre l'oscuramento di Internet, il maggior diffusore mondiale di notizie e informazioni, il governo possiede molte reti televisive, grazie alle quali, checchè dicano gli esponenti della maggioranza nei vari programmi sicuramente di sinistra (come Porta a Porta), i telegiornali danno notizie distorte. E ce n'è ancora! L'esercito nelle strade, non vi dice niente? Han tagliato i fondi ai carabinieri e aumentato i soldi agli eserciti, che, tra l'altro, un soldato costa più di un carabiniere! Non si poteva aumentare i fondi ai carabinieri? Così non si sarebbero spesi tutti quei soldi! Con l'aiuto dell'esercito, l'ignoranza del popolo (conoscete il detto "popolo bue"?), il governo avrà mano libera...voi direte: è finita qui? No di certo! Le scuole....! Meno fondi alla scuola pubblica, ambiente ovviamente più facilmente raggiungibile dalla maggior parte degli Italiani (di ceto medio-basso) e maggiori fondi alla scuola privata! Così solo una casta avrà la possibilità di studiare, e non saremo certo noi! Facciamo attenzione...non finirà qui!!!

mercoledì 18 febbraio 2009

LUCA ERA GAY O ETERO?

E' molto più onesto dire: "Ho amato un uomo, ho amato una donna". Dire: "Luca era gay" e farne un motivetto è, invece, mistificante. L'orientamento sessuale non si può sbrigativamente declinare al passato, non si smette come un abito logoro o fuori moda. Fa parte della nostra indentità profonda. Un amore, un sentimento, una relazione possono giustamente collocarsi in un tempo concluso. Possono essere l'esplorazione e l'attrazione di un momento all'interno di un percorso. Ma non è detto che un amore, un sentimento, una relazione definiscano il nostro orientamento sessuale. Anzi. L'orientamento sessuale - anche se il termine è di fatto un po' ingannevole, in quanto manca della parte che indica emozioni e sentimenti - è una conquista della maturità affettiva. Possiamo esserne certi quando abbiamo permesso a una persona di entrare davvero in relazione con noi, di visitare i nostri segreti, di dividere con noi il presente e la costruzione del futuro.Dopo una esperienza così, che entra nelle più intime fibre della nostra esistenza, possiamo dire se siamo orientati verso persone dello stesso sesso o del sesso opposto. Il resto, cari lettori, è solo pratica. Sì pratica sessuale, niente di più, niente di meno. La pratica sessuale non necessariamente definisce il nostro orientamento. Perché può addirittura essere spersonalizzata, di sfogo, gratuita, o anche solo di gioco, leggera, superficiale. L'orientamento sessuale fa parte della nostra identità, ci struttura, è uno dei nostri specchi, e si situa tra quelli più profondi. Ci sono persone che di fatto non conquistano davvero mai la maturita relazionale di cui stiamo parlando. Salvo poi sceneggiarsi in altro modo. Badate bene: l'equivoco possibile riguarda tutti, etero, gay, bisex. Si sbaglia quando si parla di "gusti sessuali", perché si equipara la sessualità alla fame e la scelta del partner al gusto. Ma non è così semplice. La sessualità è comunicazione. Chiediamoci: comunichiamo davvero quando permettiamo alla persona con cui siamo in relazione l'accesso al nostro corpo, ai nostri misteri? Quando ci permettiamo di sentirci con un'altra persona un insieme che ci supera e ci trascende? Come sappiamo, da domani sera dai microfoni di Sanremo verrà cantata una stupida e omofobica canzone dal titolo "Luca era gay". Il testo ormai da oggi si conosce ed è un miscuglio di luoghi comuni sulla omosessualità come frutto di una sorte sfortunata e di un abbandono subito dalle figure di riferimento. Ecco qualche frase: " mia madre mi ha voluto troppo bene un bene diventato ossessione piena delle sue convinzioni ed io non respiravo per le sue attenzioni mio padre non prendeva decisioni ed io non ci riuscivo mai a parlare stava fuori tutto il giorno per lavoro io avevo l'impressione che non fosse troppo vero mamma infatti chiese la separazione avevo 12 anni non capivo bene mio padre disse è la giusta soluzione e dopo poco tempo cominciò a bere mamma mi parlava sempre male di papà mi diceva non sposarti mai per carità delle mie amiche era gelosa morbosa e la mia identità era sempre più confusa"...... Una canzone bugiarda, stereotipata, che promuove i rapporti falsi, tra caricature e non tra persone Cui prodest? A chi serve una rappresentazione del genere? Vi lancio la domanda Intanto nelle pagine de l'Unità in edicola il 17 febbraio troverete una inchiesta. Racconta cosa succede davvero nelle famiglie in cui un figlio o una figlia si scoprono omosessuali. Non ci sono false soluzioni, ma un percorso denso e importante per tutti, per contrastare proiezioni e pregiudizi, debolezze e ferite. E ritrovarsi.
( Da l'Unità )

martedì 17 febbraio 2009

Compagni...

Dopo l elezione del candidato del centrodestra in sardegna possiamo affermare che la sinistra borghese e capitalista di Veltroni ha fallito, e l ora di riunirci di ritrovare un unica identita per far capire che quella non e la vera sinistra, noi dobbiamo fare opposizione, noi dobbiamo fermare lo sfascio che sta dilagando in tutta italia, proletari studenti e comunisti di ogni ceto dobbiamo unirci e tornare a lottare insieme se non nel parlamento ma almeno nelle strade perche siamo tutti nella stassa barca e purtroppo e guidata dallo psiconano, e da tutti i suoi compari leghisti democristiani pduisti mafiosi e compagnia bella .. e l ora di fermare tutto questo .. marciamo manifestiamo uniti sotto quel simbolo che tanto e stato denigrato e bisfrattato e ora di riunirci sotto la falce e il martello

ELEZIONI IN SARDEGNA

Eh sì... Dalle sei circa fino alle otto e mezza eravamo in testa. Ma il burattino di Berlusconi ha superato Soru e così abbiamo perso con uno scarto di quasi 7 punti nella presidenza e anche nella coalizzione (visto lo statuto speciale dell'isola).
Questo è dovuto a varie cause. Una per esempio, è la sinistra che non è unita. Ognuno è per conto suo. I socialisti si sono coalizzati con la destra, insieme agli indipendentisti e all' Udc (normale no?). La perdita di Soru è dovuta anche alla campagna elettorale che ha fatto pressochè solo, non come Capellacci che è stato scortato più volte dal Capo del governo.. Così ora ci ritroveremmo con cemento anche dentro al mare, grazie alle idee capitaliste della destra. Ci aspettanno cinue anni neri compagni sardi e non! Ribellione?

lunedì 16 febbraio 2009

Veltroni vuole l'unione di lavoratori e imprenditori...

In ogni sede possibile il segretario del Partito Democratico Walter Veltroni va auspicando un patto tra produttori, ovvero lavoratori e imprenditori.
Questa idea non è nuova, la inventò Benito Mussolini e la denominò "corporativismo". Ora, siccome non scrivo per tacciare Veltroni di essere fascista (almeno se lo fosse avrebbe delle idee), la risposta migliore che si può dare è che questo patto non sarà possibile fintanto che esisterà sfruttamento. Non si può auspicare la solidarietà nazionale laddove i lavoratori sono gli unici a pagare veramente il prezzo della crisi.
Farlo significa tradire i lavoratori, ancora una volta.
La CGIL è scesa in piazza venerdì portando a Roma 700 mila persone e Veltroni non trova di meglio da fare che dire agli operai "state buoni e sottomessi".
In questo contesto, nella crisi del mondo capitalista, l'uscita può essere da Destra o da Sinistra e chi tira il freno a mano e tenta di sopire la protesta in realtà lavora per la reazione.
La Sinistra e i comunist* hanno il dovere di dare risposte ai lavoratori in lotta, di favorire la fusione tra i rinnovati movimenti studentesco e operaio.
Solo in questo modo sarà possibile raggiungere la società nuova, dove non vi sia più la sopraffazione dell'uomo sull'uomo

domenica 15 febbraio 2009

Il compagno Partigiano Antonio Zoli

«Commissario di guerra in un battaglione partigiano, fu organizzatore capace e animatore instancabile fin dall’inizio della lotta di Liberazione. Sempre primo in ogni audacia, seppe portare numerose volte i suoi uomini alla vittoria trascinandoli con l’esempio e l’ardimento. Catturato di sorpresa durante l’espletamento di una missione di particolare importanza, veniva sottoposto a sevizie e torture, ma il suo animo non vacillò ed i suoi aguzzini nulla poterono strappargli che potesse compromettere i compagni di lotta. Condannato a morte cadeva da forte gridando “Viva l’Italia”. Fulgida figura di partigiano che tutto ha dato per la Patria.»— 26 luglio 1944 - Pievequinta (Forlì)

Antonio Zoli (Forlì, 15 febbraio 1915 – Pievequinta, 26 luglio 1944) fucilato a Pievequinta con altri nove antifascisti e un prete,Nel dopoguerra, gli fu concessa la medaglia d'argento al valor militare alla memoria.

Alla memoria di un compagno partigiano.

LE MIE CONSIDERAZIONI SUL COMUNISMO E LA GIOVENTU'

Compagni, per voi il comunismo cosa rappresenta?
Per me è tutto. Nei momenti difficile penso alla frase famosissima del "Che" "fino alla vittoria sempre" e allora mi dico: Dai Cy, ci sono problemi ben maggiori di quelli che hai tu. Sono i nostri problemi questo è vero, ma non dobbiamo arrenderci mai! Io voglio seguire un'ideale e magari in futuro diventare qualcuno, come lo è stato Gramsci, Che Guevara.. Insomma voglio diventare qualcuno che si è distinto per le sue idee e per la voglia di cambiare il mondo, di fare rivoluione, di aiutare i popoli opressi..Cambiare innanzitutto quest'Italia che è razzista al massimo. Razzista grazie ai politici che influenzano le nostre giovani menti. Anzi, non le nostre, ma le menti dei ragazzi che non hanno un briciolo di ideale, se non quello di sballarsi in discoteca, farsi più ragazze/i possibili, stare buttati nelle strade, dare fuoco ai barboni (per noia), stuprare le coetanee perchè ora va di "moda" e così via.
Mi chiedo, ma questi sono i veri ideali che la gioventù d'oggi ha? Se è così allora siamo proprio messi bene!
Cosa possiamo fare noi Compagni per migliorare la società? Io nel mio piccolo cero di infomare sempre più persone su cos'è il comunismo in generale e su cos'è per me, ma poche persone sembrano interessate.. Mi sento rispondere: "Non voglio essere sporca come i comunisti che non si lavano","Non voglio essere come Stalin","Comunismo=Nazismo","Preferisco stare in giro che far politica"... Ma davvero diamo quest'idea?? Io personalmente mi lavo... -_-'' Voi? :) Ritornando alle risposte che mi danno... Sono la prima a ritenermi Antistalinista, visto che lui ha fatto del comunismo i suoi interessi personali,trasformandolo in dittatura, ma dopo che dico questo rispodono che non sono interessati comunque..
Nonostante questo ho convinto tanta gente a documentarsi e ora sono compagni anche loro..
Stà di fatto che non mi arrendo e penso che prima o poi riuscirò a far capire che il comunismo non è dittatura, non è sporcizia, non è non divertirsi.. Continuerò sempre a far valere le mie idee compagni!

L'ARROGANZA DEL POTERE

Che uomini arroganti questi politici, non li possiamo più soffrire e nemmeno vedere. Sorridono, promettono, chi si credono d’essere? Troppo potere nelle loro mani, questa è la realtà! Facce false, mani tese ci circondano e ci plasmano fino a farli votare onorati del nostro gesto. Ora basta, ribelliamoci! Libertè, Egalitè, Fraternitè! Tre ideali che ci spingono ad una rivolta guidata borghesi ed operai alleati senza tregua! Mai arrendersi, la nostra classe politica va rinnovata con forza e passione. I nobili non sono nessuno, e questa cantilena va avanti secoli...
Riusciremo mai a liberarci di quei vecchi ladri che sono i nostri politici???
Teste mozzate...così finì nel ‘700!

sabato 14 febbraio 2009

FRASI CELEBRI

Occorre persuadere molta gente che anche lo studio è un mestiere, e molto faticoso, con un suo speciale tirocinio, oltre che intellettuale, anche muscolare-nervoso: è un processo di adattamento, è un abito acquisito con lo sforzo, la noia e anche la sofferenza.
(Antonio Gramsci)

Occorre spesso ai giovani, nella discussione, di dover rispondere a delle obbiezioni che si riferiscono ai problemi ultimi dell'esistenza. Gli avversari sanno che questi problemi sono di quelli che fanno tremare le vene e i polsi anche al logico più consumato. Appunto perciò li propongono, per tentare di confondere e di far tacere anche laddove nella polemica essi rimarrebbero immancabilmente schiacciati.
(Antonio Gramsci)

Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
(Antonio Gramsci)

Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso.
(Che Guevara)

Dicono che noi rivoluzionari siamo romantici. Si è vero lo siamo in modo diverso, siamo quelli disposti a dare la vita per quello in cui crediamo.
(Che Guevara)

Siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia, commessa contro chiunque, in qualsiasi parte del mondo. E' la qualità più bella di un buon rivoluzionario.
(Che Guevara)

Uno schiavo che non ha coscienza di essere schiavo e che non fa nulla per liberarsi, è veramente uno schiavo. Ma uno schiavo che ha coscienza di essere schiavo e che lotta per liberarsi già non è più schiavo, ma uomo libero.
(Lenin)

La critica della religione è il fondamento di ogni critica.
(Marx)

La storia di ogni società esistita fino a questo momento, è storia di lotte di classi.
(Marx)

Che ciascuno dia secondo le proprie capacità, che a ciascuno sia dato secondo le sue necessità.
(Marx)

ANTONIO GRAMSCI


Antonio Gramsci è stato un politico, filosofo e giornalista italiano. Tra i fondatori del Partito Comunista d'Italia, venne incarcerato dal regime fascista di Benito Mussolini. Gramsci è considerato uno dei più originali pensatori della tradizione marxista.
Il 21 gennaio 1921 nasce il «Partito Comunista d'Italia, sezione italiana dell'Internazionale». Nel Comitato centrale entrarono due ordinovisti: Gramsci e Terracini, mentre l'Esecutivo venne composto da Amadeo Bordiga, Bruno Fortichiari, Luigi Repossi, Ruggero Grieco e Umberto Terracini.
Dal 1° gennaio 1921 Gramsci diresse l'Ordine nuovo, divenuto ora uno dei quotidiani comunisti. Non venne eletto deputato alle elezioni del 15 maggio: Gramsci non ha capacità oratorie, è ancora giovane e anche la sua conformazione fisica non lo agevola nell'apprezzamento di molti elettori.
Alle elezioni del 6 aprile venne eletto deputato al parlamento, potendo così rientrare a Roma, protetto dall'immunità parlamentare, il 12 maggio 1924. Quello stesso mese, nei dintorni di Como, si tenne un convegno illegale dei dirigenti delle Federazioni comuniste italiane: pubblicamente, si fingevano dipendenti di un'azienda milanese in gita turistica, con tanto di pubblici discorsi fascisti e inni a Mussolini, mentre, a parte, discutevano dei problemi del partito.
Nel convegno si affrontò il «caso Bordiga», il quale aveva rifiutato la candidatura al Parlamento, era in rotta con la maggioranza dell'Internazionale e rifiutava ogni azione politica comune con le altre forze politiche di sinistra, considerandosi all'opposizione nel suo stesso partito.
Il 10 giugno un gruppo di fascisti rapì e uccise il deputato socialista Giacomo Matteotti; sembrò allora che il fascismo stesse per crollare per l'indignazione morale che in quei giorni percorse il Paese, ma non fu così; l'opposizione parlamentare scelse la linea sterile di abbandonare il Parlamento, dando luogo alla cosiddetta Secessione dell'Aventino: i liberali speravano in un appoggio della Corona, che non venne, i cattolici erano ostili tanto ai fascisti che ai socialisti e questi ultimi erano ostili a tutti, comunisti compresi.
Malgrado le divisioni dell'opposizione antifascista, Gramsci credeva che la caduta del regime fosse imminente. S'ingannava, perché l'inerzia dell'opposizione non riuscì a dare alternative del blocco sociale in cui la piccola borghesia teme il «salto nel buio» della caduta del regime e i fascisti riprendono coraggio e ricominciano le violenze squadriste: in una delle tante viene aggredito anche Gobetti. E dopo il 12 settembre, quando il militante comunista Giovanni Corvi uccide in un tram il deputato fascista Armando Casalini, per vendicare la morte di Matteotti, la repressione s'inasprisce. Il 20 ottobre Gramsci propose vanamente che l'opposizione aventiniana si costituisca in «Antiparlamento», in modo da segnare nettamente la distanza e svuotare di significato un Parlamento di soli fascisti.
Il processo a ventidue imputati comunisti, fra i quali Umberto Terracini, Mauro Scoccimarro e Giovanni Roveda, iniziò finalmente a Roma il 28 maggio 1928; per essere meglio servito, Mussolini aveva «fascistizzato» anche la magistratura, istituendo il 1° febbraio 1927 il Tribunale Speciale Fascista. Presidente è un generale, Alessandro Saporiti, giurati sono cinque consoli della milizia fascista, relatore l'avvocato Giacomo Buccafurri e accusatore l'avvocato Michele Isgrò, tutti in uniforme; intorno all'aula, «un doppio cordone di militi in elmetto nero, il pugnale sul fianco ed i moschetti con la baionetta in canna». Gramsci è accusato di attività cospirativa, istigazione alla guerra civile, apologia di reato e incitamento all'odio di classe.
Il pubblico ministero Isgrò concluse la sua requisitoria con una frase rimasta famosa: «Per vent'anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare»; e infatti Gramsci, il 4 giugno, venne condannato a venti anni, quattro mesi e cinque giorni di reclusione; il 19 luglio raggiunse il carcere di Turi, in provincia di Bari.
Il 21 aprile 1937 Gramsci riacquistò la piena libertà, ma era ormai in gravissime condizioni in clinica: morì all'alba del 27 aprile, a quarantasei anni, di emorragia cerebrale. Cremato, il giorno seguente si svolsero i funerali, cui parteciparono soltanto il fratello Carlo e la cognata Tatiana: le ceneri, inumate nel cimitero del Verano, furono trasferite, dopo la Liberazione, nel Cimitero acattolico di Roma.

Inutile parlare ancora della grandezza di questo personaggio. Qui purtroppo non c'è molto spazio e mi limito a citarne le attività principali.Onore al mio compaesano Antonio Gramsci!

Razzismo..

Quando il colore della pelle sarà considerato come il colore degli occhi ..?? questa frase piena di significato sembra un utopia soprattutto nella realtà italiana, grazie anche ai falsi ideali venduti dalla lega per un pugno di voti, far credere ai giovani che se un rumeno stupra. vuol dire che lo fanno tutti; se un albanese ruba vuol dire che lo fanno tutti o se una persona di colore spaccia lo fanno tutti. Purtroppo la maggior parte dei ragazza crede a queste cose , grazie anche all ingigantimento fatto dai media, e sfruttando l ignoranza generale di ragazzi che in testa hanno solo il pensiero delle discoteche e delle marche ,fortunatamente nn tutti siamo cosi ma bisognerebbe riflettere, ma purtroppo non tutti lo fanno ..

venerdì 13 febbraio 2009

L'ideologia..

Spesso ci viene chiesto come si fa ad avere un'ideologia nel XXI secolo.. Provo a dare qui una risposta a questa domanda.. Innanzitutto chiariamo cos'è l'ideologia in sociologia e in politica: si tratta di un sistema di credenze sulla realtà e - in politica - su come cambiare le cose. E dunque viene da chiedersi come si fa a vivere senza ideologie, senza una concezione di come cambiare le cose in questo mondo, come si fa ad arrendersi allo status quo e non porsi nemmeno il problema se questo stato attuale sia giusto o meno? Penso sinceramente che l'umanità abbia bisogno di ideologie, perché altrimenti prevale l'individualismo, l'interesse personale per cui è meglio passare la vita in discoteca a sballarsi o a provare tutte le ragazze, o a "lottare" per un posto da titolare nella squadra di pallone. L'ideologia serve a dare una chiave interpretativa alla realtà (senza comunque annullare la capacità di giudizio del singolo), a mostrare come le cose possano cambiare e a spingerci a lottare perché cambino. E' necessario che lasciamo un segno nel mondo che non siano i mozziconi di sigaretta e le bottiglie di vodka, che non siano gli incidenti del sabato sera.. E' necessario che facciamo qualcosa contro questo sistema, che ci opponiamo e poco importa se vinceremo o soccomberemo.. Abbiamo il dovere di tentare, di rischiare per qualcosa di grande, per un mondo senza sfruttamento e senza guerre, per un'umanità nuova in pace e fratellanza. E io voglio avere la possibilità di dire: "Io ho lottato, io ho combattuto il sistema con ogni mezzo, io ho presidiato le fabbriche con gli operai rischiando l'osso del collo durante le cariche della polizia, io ho rinunciato a qualcosa per ottenere il tutto, per ottenere un mondo diverso dove coloro che verranno potranno vivere bene"

RAGAZZA AFFERMA CHE LA LEGA NN E' RAZZISTA.

Girovagando sul Netlog trovo una ragazzina che afferma di essere leghista e che i leghisti non sono razzisti. Vi cito la nostra conversazione. ( Da notare l'italiano molto corretto)
Io: I leghisti non sono razzisti? Ma ne sai proprio sicura?
Lei: si xk sn andata anke a dei ritrovi se vuoi saperlo
Io: Allora non sei una vera leghista..Sai che i leghisti si credono superiori? Quasi una razza a sè..
Lei: nn è vero,.,. questa è una kaxxata,,.
Io: Non è una cazzata..Non per niente la Lega Nord comprende solo i Padani e noi sardi,per esempio siamo visti come una massa di ignoranti..In generale il Sud viene considerato inferiore..
Lei: Nn comprende sl la padania vatti a vedere anke il risultato delle lezioni nn è stato votato sl in padania
Io: Principalmente si.E' stato votato anche in altriposti perchè essendo razzisti vogliono mandare via gli extrcomunitari che, in questo stato,non sono ben visti.
Lei: Nn sn ben visti xk i di + nn lavorano e vengono qui e kommettono atti di violenza, vogliono mandare via sl quelli
Io: Innanzitutto lavora che trova lavoro,come in Italia.Secondo non sono solo loro che sono delinquenti e terzo vorrebbero madare via tutti..
Lei: Si, ma ki nn trova lavoro xk deve fare il delinquente?E' vero anke i nostri italiani sn delincuentiNn vorrebbero x nnt mandare via tutti
Io: A quanto pare non sei molto informata sulla Lega e le loro idee.. Comunqe non giustifico il fatto che sono delinquenti,ma ci vorrebbe uno Stato unito senza razzismo eccetera.Ritengo anche che la delinquenza degli extracomunitari diminuirebbe se fossero ben accetti.. Lo vedo come una valvova di sfogo..
Lei: Purtroppo l'italia è anke razziasta ma cmq accettati o no nn dovrebbero fare i delinncuenti xk se noi proviamo andare da loro ci cacciano ma noi qui, in italia, dobbiamo pure costruirli le moskee
Io: Stendo un velo pietoso sugli errori grammaticali.. Visto che sei italiana almeno dovresti parlare la tua lingua in modo corretto.Comunque non ci caccia via nessuno se andiamo lì,non dire scemenze.E le moschee fanno parte di uno Stato multietnico..
Lei:Scusa èèèèèèèè,.,. xk scrivo senza vedere i tasti cmq si kapisce se uno nn è scemo,.,.cmq se x esempio noi andiamo là stai sikura ke se torni a kasa, dovresti ritenerti fortunata, xò noi ovv. nn poxxiamo kostruire kiese o altro ma loro si ovvio no

Dopo questo non ho più risposto perchè tanto è dura e non c'è modo di farle cambiare idea.Se solo si informasse di più la ragazza...

LA POLITICA

La politica...una parola, un concetto derivante dall’antica Grecia “τα πολιτικα” cioè “i beni comuni” o “affari pubblici”. Ma, davvero, cos’ha di “comune” la nostra politica? Un mondo vasto e personale dove si muovono personaggi ricchi e carismatici, che senza pensare o pagare per le conseguenze dei loro gesti, si fanno i propri affari. Si arricchiscono alle nostre spalle, grazie ai sacrifici di milioni di famiglie che stentano ad arrivare a fine mese. Che fare ora? Un dubbio diffuso tra noi giovani, arrabbiati e stanchi dell’ipocrisia che aleggia nella nostra società, dove molti nostri coetanei in nome di ideali anticostituzionali appoggiano il governo (se così può essere chiamato) ora in carica. Ma apriamo gli occhi: il nostre presidente del consiglio altri non è che un “giullare” come è stato chiamato dal “The Economist” londinese, un ladro capace di approfittare della gente per farsi eleggere e far approvare certe leggi “ad personam” giuste per la sua situazione (come, per esempio, l’immunità alle cariche più alte dello stato). La nostra società è corrotta da uomini come lui che la governano e che dovrebbero salvaguardarla, serve gente nuova, ragazzi che abbiano la passione per la propria patria e per la giustizia. Siamo stanchi di questo spettacolino di burattini, in cui ogni pupazzo si vende al miglior offerente, senza regole e problemi. Vogliamo pulizia e giustizia! Adesso!

Obama


Barack Hussein Obama II è un politico statunitense, 44° Presidente degli Stati Uniti.
Candidato del Partito Democratico alle Elezioni presidenziali statunitensi del 2008 ha ottenuto il 4 novembre un numero di "grandi elettori" tale da essere designato come presidente eletto degli Stati Uniti. Si è insediato ufficialmente il 20 gennaio 2009.
L'impegno politico di Obama cominciò nel 1992, anno in cui, dopo un'aggressiva campagna elettorale, aiutò il presidente Bill Clinton nelle elezioni presidenziali, portandogli circa 100.000 voti. Personaggio abbastanza conosciuto a Chicago, dove lavorando in uno studio legale si era occupato di diritti civili, nel 1993 favorì l'elezione al Senato di Carol Moseley Braun, prima donna afro-americana a diventare senatrice.
Fino a poche settimane prima era il senatore junior per l'Illinois, carica da cui si è dimesso per affrontare l'amministrazione presidenziale. Inoltre è stato l'unico senatore "nero" durante gli ultimi anni. Per l'esattezza è nato negli Stati Uniti da padre "nero" del Kenya e da madre "bianca" del Kansas. Negli Stati Uniti d'America molti lo considerano, usando un'accezione estensiva del termine (poiché solo uno dei due genitori è "di colore"), afroamericano
La prima circostanza che gli ha accordato vasta notorietà nazionale è stata la convention democratica del 2004, della quale ha pronunciato il discorso introduttivo. Il 10 febbraio 2007 ha annunciato ufficialmente la propria candidatura per le elezioni presidenziali del 2008.
Dopo un lungo testa a testa ha battuto a sorpresa l'ex first lady e senatrice dello stato di New York Hillary Clinton (ritenuta dai sondaggi la grande favorita della vigilia) alle elezioni primarie del Partito Democratico. Il 3 giugno 2008 Obama ha ottenuto il quorum necessario per la nomination democratica, diventando così il primo nero a correre per la Casa Bianca per uno dei due maggiori partiti. Ha ottenuto l'investitura ufficiale durante la convention del partito che si è tenuta a Denver tra il 25 e il 28 agosto 2008.
Il settimanale statunitense TIME lo ha eletto Persona dell'anno 2008.

Subcomandante Marcos

Subcomandante Marcos e il portavoce dell EZLN ( esercito zapatista di liberazione nazionale) nonché la piu alta carica dell esercito, si riconosce dagli altri comandanti per il fazzoletto rosso legato al collo e la pipa. Molto, acuto, ironico, figlio della borghesia ha una duplice identità: la sua, sconosciuta (molti dicono sia stato un professore di filosofia e arte, ed altri, come Rosario Ibarra de Piedra, pioniera della lotta per i diritti umani in Messico, dicono di vedere in lui Jesùs Piedra Ibarra, desaparecido politico); l'altra, quella di un guerrigliero al servizio di un popolo oppresso.
Ha nel nome un ruolo, quello di subcomandante di un esercito che, armato soprattutto di internet e della ultracentenaria pazienza india, lotta per ridare vita e dignità alle popolazioni precolombiane del Messico. Un elemento non secondario della grande capacità comunicativa di Marcos - capacità che costituisce forse la ragione principale per cui il caso Chiapas è da oltre un decennio all'attenzione dei mass media è la sua scrittura. I suoi comunicati, le sue lettere sono di pregevolissima fattura. Con lui il comunicato politico è uscito dall'angusto ambito politico per entrare in quello letterario. Vanno ricordati soprattutto due personaggi da lui creati: il vecchio Antonio e Don Durito della Lacandona. Il primo rappresenta il lato indigeno della sua cultura, mentre il secondo è espressione della cultura occidentale.
Marcos e considerato un grande rivoluzionario da molti non solo dal suo popolo ma in molte parti del mondo e in questi anni molti si sono uniti alla sua lotta fondando comunità zapatiste in tutto il Chiapas.

ERNESTO CHE GUEVARA


Ernesto Che Guevara è stato un rivoluzionario e guerrigliero argentino. Guevara fu membro del Movimento del 26 di luglio (il nome dello stesso fu ispirato dalla data dell'attacco alla caserma Moncada a Santiago di Cuba nel 1953, uno degli episodi della Rivoluzione cubana) è un'organizzazione clandestina che si proponeva di proseguire la lotta rivoluzionaria contro la dittatura di Fulgencio Batista.
Dopo il 1965, lasciò Cuba per "esportare la rivoluzione", prima nell'ex Congo Belga, poi in Bolivia. L'8 ottobre 1967 venne ferito e catturato da un reparto anti-guerriglia dell'esercito boliviano - assistito da forze speciali statunitensi ossia agenti speciali della CIA. Il giorno successivo venne ucciso e mutilato ai polsi e caviglie nella scuola del villaggio. Il suo cadavere, dopo essere stato esposto al pubblico a Vallegrande, fu sepolto in un luogo segreto e ritrovato da una missione di antropologi argentini e cubani. Da allora i suoi resti si trovano nel Mausoleo di Santa Clara di Cuba.
Il soprannome di "Che" gli venne attribuito dai suoi fedelissimi compagni di lotta cubani in Messico, e deriva dal fatto che Guevara, come tutti gli argentini, pronunciava spesso l'allocuzione "che" che significa "uomo", e venne ripresa nello spagnolo parlato in Argentina ed Uruguay, per chiamare l'attenzione di un interlocutore, o più in generale, come un'esclamazione simile a "hey".
Quando era ancora studente, Guevara passò molto tempo a viaggiare in America Latina. Nel 1951 un suo vecchio amico, Alberto Granado, suggerì a Guevara di prendere un anno di pausa dagli studi in medicina per intraprendere il viaggio attraverso il Sudamerica che per anni si erano proposti di fare. Guevara e Alberto partirono quindi dalla città di Alta Gracia a cavallo di una motocicletta Norton Model del 1939, cui Granado aveva dato il soprannome di "Poderosa II". La loro idea era di passare qualche settimana nel lebbrosario di San Pablo, in Peru, a compiere attività di volontariato. Guevara raccontò questo viaggio nel diario "Latinoamericana".
Dopo aver visto la povertà di massa e influenzato dalle letture sulle teorie marxiste, concluse che solo la rivoluzione avrebbe potuto risolvere le disuguaglianze sociali ed economiche dell'America Latina. Cominciò ad immaginare la possibilità di una Ibero-America unita e senza confini, legata da una stessa cultura, un'idea che assumerà notevole importanza nelle sue ultime attività rivoluzionarie.
Quando, il 25 novembre 1956, la nave Granma partì da Tuxpan, in Messico alla volta di Cuba, Guevara e l'italiano Gino Donè Paro erano gli unici due non cubani a bordo. Il 2 dicembre avvenne lo sbarco a La Playa de las Coloradas, vicino a Niquero (Cuba sudorientale). Poco dopo furono attaccati dai militari di Batista e la metà di loro cadde in combattimento o fu uccisa dopo la cattura. I sopravvissuti, circa una ventina, si riorganizzarono e fuggirono sulle montagne della Sierra Maestra, per condurre la guerriglia contro il regime.
Nel dicembre 1958, diresse l'attacco condotto dalla sua "squadra suicida" su Santa Clara. Fu una delle battaglie decisive della rivoluzione. Dopo essersi accorto che i suoi alti ufficiali, come il generale Cantillo, stavano stipulando una pace separata con Castro, Batista, fuggì nella Repubblica Dominicana.
Il 2 gennaio 1959 la colonna del Che entra nella capitale di Cuba, La Habana, e occupa la fortezza militare "La Cabaña". Per i sei mesi in cui rivestì l'incarico di comandante della prigione sovrintese ai processi e alle esecuzioni di circa 55 miltari, ex ufficiali del regime di Batista. In questo periodo organizza una scuola di alfabetizzazione per tutti gli ex combattenti e incontra Salvador Allende.
In Bolivia,durante la rivoluzione, già da più di un mese, l'avanguardia di Guevara era rimasta sola dopo l'annientamento. L'imboscata contò con la delazione di un contadino che, sotto minaccia dell'esercito, informò su luogo del possibile attraversamento del fiume da parte dei guerriglieri.
Guevara, durante i primi giorni di ottobre, ormai con poche informazioni, senza viveri e con scarse vie di scampo, si rifugia in un canalone dove è circondato da forze militari preponderanti. Qui Guevara è catturato dall'esercito boliviano, assieme ad altri guerriglieri, l'8 ottobre del 1967. Si arrese dopo essere stato ferito alle gambe e dopo che il suo fucile fu distrutto da un proiettile.

Qui è riuassunta la storia di un Grande Rivoluzionario molto ammirato dai noi giovani e non.
Ernesto "Che" Guevara.

giovedì 5 febbraio 2009

PRESENTAZIONE

Un saluto a pugno chiuso Compagni!




Qusto è un blog dove si può parlare di tutto.. :) Incominciando da quel sottile pensiero che è il COMUNISMO, introduciamo il suo inventore:


Karl Marx


« Il comunismo è la dottrina delle condizioni della liberazione del proletariato [cioè di] quella classe della società che trae il suo sostentamento soltanto e unicamente dalla vendita del proprio lavoro, e non dal profitto di un capitale »
(Karl Marx e Friedrich Engels, Princìpi del Comunismo)

Per comunismo si intende in primo luogo una realtà sociale che presuppone la comunanza dei mezzi di produzione e l'organizzazione collettiva del lavoro, a cui si accompagna l'assenza dello Stato. Con Marx ed Engels il comunismo diventa un movimento rivoluzionario. Essi affermano che il comunismo non poteva emergere da piccole comunità isolate ma solo globalmente, dal corpo dell'intera società. Nella fase storica descritta dal Manifesto, il capitalismo è connotato, come in (quasi) tutti i modi di produzione precedenti dalla dominanza di una classe sociale su un'altra. Nello specifico, la borghesia (i capitalisti), ossia la classe che detiene i mezzi di produzione e cioè le condizioni oggettive della produzione, estrinseca la propria dominanza sulla classe subordinata, il proletariato, ossia coloro che devono vendere la propria abilità al lavoro in cambio della sussistenza (salario), attraverso lo sfruttamento di questi ultimi che si concreta nel pagamento di una parte della giornata lavorativa, mentre la restante parte - il pluslavoro, è la radice sociale del profitto. Nell'opera Il Capitale, Marx analizza come i capitalisti comprassero forza lavoro dai lavoratori ottenendo il diritto di rivendere il risultato dell'attività produttiva ottenendo così un profitto. Per Marx se le classi lavoratrici di tutti i paesi prendessero coscienza dei loro comuni obiettivi, si unirebbero per rovesciare il sistema capitalista. Lo considerava un risultato inevitabile di un processo storico in atto. Dalle rovine del capitalismo sarebbe sorta una società in cui, dopo un periodo di transizione (dittatura del proletariato) in cui lo Stato avrebbe controllato i mezzi di produzione, la loro proprietà sarebbe passata alla società stessa nel suo complesso (lo Stato era destinato a dissolversi).





Dopo questa breve introduzione vi diamo il benvenuto nel blog, saluti, compagni!