mercoledì 18 febbraio 2009

LUCA ERA GAY O ETERO?

E' molto più onesto dire: "Ho amato un uomo, ho amato una donna". Dire: "Luca era gay" e farne un motivetto è, invece, mistificante. L'orientamento sessuale non si può sbrigativamente declinare al passato, non si smette come un abito logoro o fuori moda. Fa parte della nostra indentità profonda. Un amore, un sentimento, una relazione possono giustamente collocarsi in un tempo concluso. Possono essere l'esplorazione e l'attrazione di un momento all'interno di un percorso. Ma non è detto che un amore, un sentimento, una relazione definiscano il nostro orientamento sessuale. Anzi. L'orientamento sessuale - anche se il termine è di fatto un po' ingannevole, in quanto manca della parte che indica emozioni e sentimenti - è una conquista della maturità affettiva. Possiamo esserne certi quando abbiamo permesso a una persona di entrare davvero in relazione con noi, di visitare i nostri segreti, di dividere con noi il presente e la costruzione del futuro.Dopo una esperienza così, che entra nelle più intime fibre della nostra esistenza, possiamo dire se siamo orientati verso persone dello stesso sesso o del sesso opposto. Il resto, cari lettori, è solo pratica. Sì pratica sessuale, niente di più, niente di meno. La pratica sessuale non necessariamente definisce il nostro orientamento. Perché può addirittura essere spersonalizzata, di sfogo, gratuita, o anche solo di gioco, leggera, superficiale. L'orientamento sessuale fa parte della nostra identità, ci struttura, è uno dei nostri specchi, e si situa tra quelli più profondi. Ci sono persone che di fatto non conquistano davvero mai la maturita relazionale di cui stiamo parlando. Salvo poi sceneggiarsi in altro modo. Badate bene: l'equivoco possibile riguarda tutti, etero, gay, bisex. Si sbaglia quando si parla di "gusti sessuali", perché si equipara la sessualità alla fame e la scelta del partner al gusto. Ma non è così semplice. La sessualità è comunicazione. Chiediamoci: comunichiamo davvero quando permettiamo alla persona con cui siamo in relazione l'accesso al nostro corpo, ai nostri misteri? Quando ci permettiamo di sentirci con un'altra persona un insieme che ci supera e ci trascende? Come sappiamo, da domani sera dai microfoni di Sanremo verrà cantata una stupida e omofobica canzone dal titolo "Luca era gay". Il testo ormai da oggi si conosce ed è un miscuglio di luoghi comuni sulla omosessualità come frutto di una sorte sfortunata e di un abbandono subito dalle figure di riferimento. Ecco qualche frase: " mia madre mi ha voluto troppo bene un bene diventato ossessione piena delle sue convinzioni ed io non respiravo per le sue attenzioni mio padre non prendeva decisioni ed io non ci riuscivo mai a parlare stava fuori tutto il giorno per lavoro io avevo l'impressione che non fosse troppo vero mamma infatti chiese la separazione avevo 12 anni non capivo bene mio padre disse è la giusta soluzione e dopo poco tempo cominciò a bere mamma mi parlava sempre male di papà mi diceva non sposarti mai per carità delle mie amiche era gelosa morbosa e la mia identità era sempre più confusa"...... Una canzone bugiarda, stereotipata, che promuove i rapporti falsi, tra caricature e non tra persone Cui prodest? A chi serve una rappresentazione del genere? Vi lancio la domanda Intanto nelle pagine de l'Unità in edicola il 17 febbraio troverete una inchiesta. Racconta cosa succede davvero nelle famiglie in cui un figlio o una figlia si scoprono omosessuali. Non ci sono false soluzioni, ma un percorso denso e importante per tutti, per contrastare proiezioni e pregiudizi, debolezze e ferite. E ritrovarsi.
( Da l'Unità )

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