Ieri ero a Roma alla grande manifestazione della CGIL a cui ho partecipato insieme al Partito della Rifondazione Comunista al completo. è stata una giornata meravigliosa, in realtà iniziata già venerdì sera quando ci siamo trovati a Como in 700 e abbiamo preso il treno.
Quel treno in cui da ogni scomparto pendevano le bandiere rosse del sindacato e della falce e martello, del vecchio PCI e del suo erede legittimo Rifondazione Comunista e dei fratelli dei Comunisti Italiani.
La notte non ho dormito, tutto il tempo a parlare con i compagni della FIOM, a bere vino e a cantare.
E poi al mattino scendere dal treno e trovare tutte quelle persone, tutte con le bandiere, tutte pronte a lottare, con la voglia di gridare al governo che i lavoratori e le lavoratrici non vogliono le briciole, non vogliono la carità. Vogliono invece contare, poter ottenere un posto di lavoro non precario, senza ricatti, vogliono avere un sindacato forte che tuteli loro - i lavoratori - e che non sia un comitato d'affari dei padroni.
Che bello sentir cantare Bandiera rossa e Bella ciao, che bello sentire slogan come "Bonanni vergogna", che bello sentire che il nostro popolo è pronto, che vuole lottare. E che responsabilità sapere che da oggi io, noi comunisti e comuniste di questo Paese abbiamo il dovere di lottare insieme a queste persone, perché vale la pena di provare a cambiare veramente le cose, di spiccare il volo come diceva Gaber. Che bello arrivare e sentire dal palco gli interventi di Sinistra, della vera Sinistra, vedere 3 milioni di persone gremire il Circo Massimo e le vie attorno, uomini donne e bambini, giovani e anziani, uniti per dire che non siamo disposti a tornare negli anni '30, senza diritti né tutele, per dire che le lotte dei nostri padri, dei nostri nonni non sono state inutili e che difenderemo quelle conquiste.
Sappiamo che il governo sarà sordo alle richieste dei lavoratori, ma da oggi ogni politico dovrà sentirsi in colpa a promuovere certe leggi, ogni sindacalista di quei sindacati venduti al padrone per un pugno di lenticchie si dovrà sentir male a firmare un accordo palesemente contro i lavoratori.
Dopo ieri le cose sono cambiate, a noi compagni e compagne spetta il difficile compito di lottare per un mondo senza sfruttamento, dove non si muoia per lavoro, dove i lavoratori siano uniti senza distinzione di razza e religione, perché la fatica è la stessa per tutti.
E se Berlusconi dice a proposito del tavolo di contrattazione che ce lo tira in testa deve sapere che noi torneremo, che difenderemo i nostri valori con ogni mezzo. I lavoratori non si fanno fregare. Non ci sono ideologie che possano giustificare l'abolizione del diritto di sciopero e la distruzione del contratto collettivo nazionale. Noi ci siamo e siamo nati per lottare. Avanti compagni! Per la nuova umanità
domenica 5 aprile 2009
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